Se mancassero 100 giorni alla fine
della nostra vita terrena, cosa faremmo?
Quello che in teoria dovremmo fare ogni giorno…vivere!
Ed è questo che tenta di fare Lucio Battistini, protagonista
di “CENTO GIORNI DI FELICITA’” di Fausto Brizzi (Einaudi).
Lucio, un quarantenne mediamente soddisfatto della propria
vita, la moglie Paola, i due figli Eva e Lorenzo, gli amici d’infanzia Umberto
e Corrado; un lavoro che non lo entusiasma, una carriera da pallanuotista
mancata, i soliti alti e bassi della vita di tutti i giorni che scorre
inesorabile tra un morso ed un altro ad una ciambella per colazione. Fino a
quando non bussa alla sua porta un amico inaspettato: l’amico Fritz,
simpaticamente così soprannominato per sdrammatizzarne l’arrivo indesiderato. Una
diagnosi irrevocabile, un tumore al fegato in stadio troppo avanzato e più o
meno tre mesi di vita.
Inizia così per Lucio un conto alla rovescia che anziché alla
morte sembra riportarlo alla vita.
“L’unico rimpianto è aver dovuto scoprire di morire per
ricominciare a vivere.”
Il protagonista racconta in prima persona i suoi ultimi cento
giorni di vita con un’ironia sorprendente e che non può che farlo sentire caro
ma non commiserato. Perché lui ha fatto una scelta, la più definitiva e forse
la prima consapevole di tutta la sua vita: cercare di essere felice per il tempo che gli
rimane, fare ciò che sa di non aver più tempo per fare. Lasciare un’eredità
positiva alle persone a lui care: insegnare ai figli ad affrontare le loro
paure, riconquistare la moglie tradita in un momento di cedimento, dimostrare
ai suoi amici l’amore fraterno che li ha sempre uniti.
“CENTO GIORNI DI FELICITA’” è una storia che non suscita
commiserazione né pena. Tutt’altro: è un inno alla vita ed alla sua pienezza,
una pienezza che a volte già ci appartiene anche se difficilmente riconosciuta.
Un libro che apre la porta a tante domande, di quelle
importanti e scomode, che sarebbe bene tenere vicine in ogni attimo di ogni
giorno per ricordarci che ogni respiro è un dono ed un’occasione da non
sprecare.
L’autore affronta con ironia - ma mai con superficialità -
temi importanti, nodi che a volte non basta una vita per sciogliere ma che si
può iniziare a fare da oggi, da questo momento con audacia coraggio e
determinazione.
Un libro che è un monito per non dimenticare, per ricordare
di condire la scivolosa vita di tutti i giorni con un pizzico di paura, non una
paura immobilizzante ma quel tipo di paura che è un'emozione vitale: che mette
all’erta, che acuisce i sensi e catalizza le azioni verso una direzione ben
precisa. Un radar sempre puntato verso la ricerca di un benessere assolutamente
personale ed unico, verso il quale tendere costantemente, e che ci aiuti a
districare, cardare, separare e scegliere ciò che ci rende felici da ciò che è
superfluo e che ci fa disperdere inutilmente energia.
“E’ un tormentone della mia nuova e breve vita, fare cose che
non facevo da anni o che non avevo addirittura mai fatto. Finalmente un lato
positivo.”
Fino ad un punto “zero” e ad un “dopo”, capolinea inevitabile
al quale sappiamo di dover arrivare già nel momento stesso della nostra
nascita. Ma non è tanto il “quando”, forse è il “come” possiamo e decidiamo di arrivare
a quel punto: si spera senza rimpianti ma con l’emozione di un sorriso rivolto
a ciò che è stato vissuto pienamente ogni giorno come un giorno speciale.
“Quanti sono i giorni
che ricordate bene della vostra vita?
Quelli speciali che potreste raccontare
anche a tanti anni di distanza.
E quanti sono invece quelli normali in cui non
accade niente degno di nota e che scivolano via anonimi? (…)
La domanda è: cosa
rende un giorno speciale? E’ possibile organizzare a tavolino ventiquattr’ore
talmente originali da guadagnarsi di diritto un posto nell’hit-parade dei
momenti magici della tua vita?”
Titolo: Cento giorni di felicità
Autore: Fausto Brizzi
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2013